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PASQUA: SIMBOLI E TRADIZIONI A TAVOLA

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PASQUA SIMBOLI E TRADIZIONI: RICETTE PASQUALI

La Pasqua è una ricorrenza religiosa ricca di tradizioni e simboli come espressione del suo significato più profondo di Rinascita e Resurrezione. La simbologia pasquale si esprime soprattutto attraverso le forme degli animali come  COLOMBA, CONIGLIO, AGNELLO, PULCINO e non solo .
Altri simboli iconici sono ULIVO, CAMPANA, CROCE.

Qual è il loro significato e cosa rappresentano?
Perché si utilizzano e soprattutto perché sono così significativi per la nostra tradizione gastronomica? Scopriamolo insieme!

 

Simboli Pasquali e il loro valore

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L‘uovo e il pulcino rappresentano la nascita di una nuova vita , infatti uno dei significati celebrati dalla Pasqua è proprio la Rinascita a nuova vita attraverso la Resurrezione di Gesù Cristo.
Possiamo dire che L’uovo è simbolo universale della vita, infatti viene adottato come rappresentazione iconica in molte altre culture. Già i Pagani in un tempo antichissimo, ritenevano che cielo e terra fossero due metà dello stesso uovo.
Le uova rappresentavano vita e rinascita poiché gli uccelli in primavera facevano ritorno e preparavano nuovi nidi per accogliere le uova.

Così come l’uovo simboleggia la vita, l’agnello rappresenta il sacrificio compiuto da Gesù, poiché Il figlio di Dio è stato sempre paragonato ad un mite agnellino.
Questo ovino è anche la figura iconica dell’ innocenza, caratteristica dei cuccioli e dei bambini. Gesù puro, innocente e mite come un agnello si è sacrificato, facendosi carico di tutti i peccati degli uomini per la salvezza  di tutta l’umanità.
Il rito dell’agnello sacrificale proviene da un mondo antico, è un dono che veniva fatto agli dei.
E’ retaggio di una cultura primitiva convinta che offrendo in sacrificio qualcosa di prezioso , gli dei concedessero benefici e protezione.

La  Colomba messaggera di pace, significato presumibilmente attribuibile alla Genesi, il primo libro della Bibbia che narra la storia del principio dell’umanità. Nel racconto del Diluvio universale quando smise di piovere Noè liberò in volo una Colomba bianca fuori dall’Arca, quando tornò indietro tenendo stretto nel becco un ramo di ulivo,
Noè capì che le ostilità tra Dio e gli uomini erano cessate, e la riconciliazione tanto attesa era avvenuta.
Allora perché  la Colomba è un simbolo così iconico della Pasqua?
Gesù sacrificandosi sulla croce permette la costruzione di un nuovo Regno di Pace che da inizio a una nuova era per il genere umano.

L’ulivo, un simbolo di pace che rievoca anche l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, fu accolto in trionfo dalla folla festosa che sventolava foglie di palme al cielo. Da qui nasce la ricorrenza della Domenica delle Palme, che anticipa la Pasqua di una settimana.

In questo giorno si usa portare nelle nostre case un ramo di ulivo benedetto. l’ulivo ha un forte simbolismo religioso, basti pensare che Gesù si trovava nell’Orto degli Ulivi a pregare quando aspettava che lo venissero ad arrestare.  E ancora, dai suoi  frutti si ricava l’olio che è un elemento sacro usato in diversi riti cristiani, ed in fine non dimentichiamo il significato di Messia: Unto dal signore, il Salvatore, colui che porterà in salvo tutta l’umanità.

La Croce è certamente il simbolo più evocativo della Pasqua, rappresenta la Passione del Cristo morto per l’appunto sulla croce.
Ci ricorda infatti, il suo sacrificio. Per questo la croce è il simbolo stesso della Cristianità.

Le Campane strumenti di metallo, generalmente in bronzo, da sempre connesse al mondo mistico e impiegate nei rituali religiosi ed esoterici. Un tempo si pensava che il loro tintinnio avesse funzione di protezione contro le energie malvagie e che fossero il collegamento tra Dio e gli uomini.
Secondo queste antiche credenze, l’essere umano, attraverso la melodia poteva percepire la presenza di Dio e sentirsi più vicino ad esso.

Nel corso del tempo questi oggetti sono divenuti fondamentali nella vita della comunità, le campane attraverso i loro rintocchi erano, talvolta foriere di lieti eventi, diversamente annunciavano l’arrivo di un imminente pericolo. Non è possibile risalire in modo esatto alle sue origini, ma sappiamo con certezza che nella Bibbia di questo strumento ve ne fosse già traccia,
Le campane più antiche d’Europa sono risalenti al 2000 a.C. e sono state ritrovate a Creta.
I Popoli che storicamente hanno una antica familiarità con le campane sono sicuramente Cina, India e Tibet.

Nel corso del tempo la campana ha sempre più assunto una accezione a carattere religioso durante lo svolgersi di molti riti solenni. Nella religione Cristiana nella domenica Di Pasqua dai campanili tutte le Chiese, le campane suonano a festa e ovunque riecheggia
il ridondare del loro meraviglioso suono Din, Don, Dan…Il Cristo è risorto!
Resurrezione annuncio di Rinascita.

Il Coniglio cosa ha a che fare con la Pasqua?
Da un punto di vista mistico e religioso, assolutamente nulla. Infatti questo dolce animaletto non è rappresentativo della nostra cultura religiosa o popolare, si pensa che provenga dalla Germania del xv secolo. Furono gli immigrati tedeschi ad esportare la tradizione del coniglietto pasquale oltre oceano, negli Stati Uniti.
Motivo per il quale spesso si pensa che le sue origini siano anglosassoni. L’usanza vuole che Il dolce Bunny porti ai bimbi buoni le uova colorate in un cesto.

Tutti questi simboli in che modo hanno a che fare con il cibo e come sono finiti nei nostri piatti?
Proseguiamo il viaggio insieme, lungo le tavole della nostra bella Italia, tra dolce e salato, profumi, tradizioni e intingoli irresistibili. Una festa per le papille gustative, facciamoci quattro passi nel gusto nelle regioni del nostro meraviglioso stivale!

Pasqua a tavola: il significato simbolico del cibo

 

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Non so voi ma io mi sento fortunatissima ad essere nata in Italia, in questo meraviglioso e incantevole paese colorato, gustoso e ricco di così tante variabili.
Per esempio, basti pensare ai mercati, luoghi meravigliosi nei quali ritrovi l’anima della città.
La bellezza dei suoni dei diversi dialetti, i rumori del traffico, ogni citta ha i suoi. I profumi, gli odori caratteristici con una infinità di colori differenti che ti circondano e ti portano in giro per la città avvolgendoti, quasi a non volerti più lasciare andar via.
E come si fa a non amarti, splendida Italia! Soprattutto quando ci fai posto a tavola…
A tale proposito, vi siete mai chiesti come, quando e perché i simboli sacri della Pasqua arrivano sulle nostre tavole?
Andiamo a scoprirlo!

 

Le uova di Pasqua e il loro significato

 

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Le Uova sono l’ingrediente certamente più rappresentativo della Pasqua, simbolo di Resurrezione e speranza. Già nel medioevo le antiche popolazioni vedevano nell’uovo un simbolismo molto forte.
E’ infatti antichissima l’usanza di colorare le uova e regalarle come augurio di fertilità, prosperità e rinascita.

Questa tradizione è ancora oggi in uso nella cultura Armena e Greco Ortodossa nelle celebrazioni della Pasqua. Il colore rosso rappresenta la Passione di Cristo sulla Croce, il giallo evoca il colore del tuorlo
il quale riporta al simbolo della vita stessa, ci parla di Rinascita. Nella cultura Armena le uova sono dipinte a mano una per una, generalmente riproducono disegni a fiori colorati, che ricordano la primavera.

L’uovo di cioccolato nasce molto tempo dopo, all’epoca di Luigi XIV di Borbone, detto Re Sole o Luigi il Grande. Sin dai tempi antichi nelle Case Reali era usanza scambiarsi uova preziose in oro come augurio di fertilità e abbondanza.
Fu proprio Re luigi XIV a cui venne l’idea di commissionare il primo uovo di cioccolato ad un maestro cioccolatiere dell’epoca che a quanto pare ebbe successo!

Da allora questa usanza divenne sempre più un abitudine almeno in Europa sino ad arrivare ai giorni nostri, dove nessun bambino può festeggiare la Pasqua senza un uovo al cioccolato.
Il mio preferito assolutamente fondente, ne esistono oggi veramente per tutti i gusti, colori e consistenze. Che invenzione meravigliosa!

 

Colomba Pasquale: le origini

 

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La colomba è sicuramente il dolce ufficiale della Pasqua, anche perché ha qualche secolo in più rispetto all’uovo di cioccolato che è decisamente un giovanotto.
Pare che la sua forma sia da attribuirsi ad un pane risalente all’epoca degli antichi greci che veniva preparato per accompagnare sacre cerimonie perché si pensava che il pane acquisisse proprietà magiche proprio grazie alle sue sembianze.

Il primo dolce a forma di colomba, certo non come lo conosciamo noi oggi, secondo un’antica leggenda, risalirebbe all’epoca longobarda.
Si narra che il Re Alboino dopo aver conquistato Pavia, ricevette in dono da una donna del popolo un dolce a forma di colomba proprio in segno di pace.

Un’altra leggenda narra di un abate San Colombano che invitato alla tavola della regina longobarda Teodolinda, rifiutò di nutrirsi delle carni di selvaggina  in quanto era il periodo della quaresima,
allora benedicendo il cibo lo trasformo in colombe di pane bianco e candido. Solo svariati secoli dopo, la colomba approda sulle nostre tavole, nella sua attuale versione.

Siamo attorno agli anni 30 del primo 900 e la colomba, come la conosciamo oggi, arriva sulle nostre tavole.
Grazie alla genialità del direttore creativo di una nota casa dolciaria milanese, il quale ebbe l’idea commerciale di riutilizzare l’impasto del panettone  per confezionare un nuovo dolce a forma di colomba, in occasione della Pasqua.
Lo arricchì con glassa, mandorle e zuccherini. A quanto pare fu un successo, da allora ad oggi mai più senza!

Perché a Pasqua si mangia l’agnello

L’agnello è sicuramente l’animale simbolo della Pasqua, in quanto incarna ed evoca il sacrificio che ha fatto Gesù per l’umanità La figura dell’agnello non è nuova alla religione, anche nella Pasqua ebraica l’agnello è un animale simbolo del quale ci si ciba per la ricorrenza,
Evocativo del celebre passaggio della Bibbia che narra della strage dei primogeniti.

Dio decise di inviare la decima piaga per colpire gli egizi che tenevano in schiavitù il suo popolo ,uccidendo ogni primogenito promise al suo popolo la salvezza se i capofamiglia avessero sporcato le porte di casa col sangue di un agnello, questo avrebbe  permesso all’alito della morte di riconoscere le case i cui figli dovevano essere risparmiati.
In ricordo di questo passo della bibbia che nella cultura ebraica a pasqua si mangia l’agnello, usanza adottata anche dai cristiani per i quali è evocativo del sacrificio compiuto da Gesù sulla croce, per questo motivo il Cristo è detto l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.

Quaresima e Venerdì di magro

La Quaresima è un periodo di penitenza di quaranta giorni, che precede la Pasqua. Osservato nella liturgia Cattolica.
Tale lasso di tempo rappresenta è un percorso molto intenso ed evocativo di quelli che furono i quaranta giorni di digiuno che Gesù passò nel deserto a combattere i demoni che tentarono in tutti i modi di farlo cedere, ma evidentemente persero la scommessa.
Il  quaranta numero si accosta ai quarant’anni che il Popolo Ebraico impiegò camminando nel deserto per raggiungere la Terra Promessa.

Il precetto quaresimale comincia il Mercoledì delle Ceneri che segue al martedì grasso, ultimo giorno di carnevale. Nella Liturgia Cattolica la Quaresima porta con se l’intenso significato della vittoria della luce sulle tenebre del peccato.
Il trionfo della Fede sulle debolezze umane che riescono a vincere le tentazioni dell’oscurità.
E’ un vero e proprio allenamento dello spirito, un cammino di preparazione al giorno della Rinascita in cui si festeggia la Pasqua.

Nei quaranta giorni si osservano diversi precetti nel rispetto della battaglia che Gesù fece nel deserto per resistere alla seduzione della tentazione. Per tanto si osservano momenti di digiuno, inoltre per tutto il periodo non si mangia carne di nessun tipo. Ci si può nutrire di pesce, latticini, uova  e ogni genere di cereale e verdura.
Nell’era moderna ai bambini viene suggerito di non mangiare dolci in segno di rinuncia e sacrificio, poiché i piccoli sono ovviamente esonerati dal digiuno e dal divieto di mangiare carne. Quando ero piccola noi bambini facevamo il fioretto per Gesù, niente dolci e il venerdì pesce. Era di magro!

Perché il venerdì si mangia di magro

Il digiuno o l’astenersi dal mangiare carne evitando ogni tipo di eccesso, sono regole che accompagnano il cammino di purificazione dei fedeli nei quaranta giorni della Quaresima.
Il Venerdì Santo si definisce tale perché si commemora la Passione di Cristo Crocifisso e morto sulla Croce, In questo giorno di dolore i Cristiani fanno penitenza, in segno di contrizione e rispetto nella memoria della Passione di  Cristo.

Ci si astiene dal mangiare carne, salumi, cibi troppo conditi o troppo saporiti. E’ il famoso venerdì di magro, sono consentiti cibi semplici, poveri come il pesce azzurro o il merluzzo o altri pesci detti poveri.
Si possono mangiare formaggi, verdure, uova, legumi e cereali di ogni genere.

In un’epoca molto antica risalente al periodo di Carlo Magno il rispetto della Quaresima a tavola era un obbligo di legge, al punto che i trasgressori potevano essere puniti con la morte.
Così per evitare l’ extrema ratio venne vietata la vendita della carne in quei giorni detti di magro.

Questa pratica un tempo era decisamente più sentita, infatti tutti i venerdì dell’anno si osservava il digiuno o si mangiava di magro .Col tempo il rito di penitenza non venne più imposto e divenne a discrezione dei fedeli che potevano scegliere se praticarlo oppure no.
Ai giorni nostri sono molto poche le persone che rispettano questo importante passaggio  della Pasqua, a causa dei ritmi moderni o forse del modo di rapportarsi alla fede che è sempre più un concetto  personale e intimo, come forse è giusto che sia!

Cosa si mangia il giorno di Pasqua

La festività più sentita dopo il Natale è sicuramente la Pasqua. Ricorrenza iconica, ricca di rituali che si ripetono nel tempo.
Da Nord a Sud usi e costumi con accenti e tradizioni differenti che attraversano tutto lo stivale per confluire poi nello stesso punto.
C’è un luogo che mette tutti d’accordo dove se pur con sapori differenti si parla la stessa lingua, qui ogni italiano da il meglio di se e si sente a casa, questo è lo spazio che mette tutti d’accordo… benvenuti a tavola!

La Quaresima è finita, le tavole si colorano e si imbandiscono con leccornie e prelibatezze di ogni genere. E’ un giorno di festa e quando si festeggia si sa che noi Italiani lo facciamo come nessuno al mondo! Sapori, colori e profumi unici e irripetibili.
Moltissime sono le ricette Pasquali con simboli e tradizioni che caratterizzano la cucina regionale in tutta la nostra meravigliosa penisola.
Nel Bel Paese  non esiste regione, città o piccolo borgo che non vanti almeno una ricetta tipica di Pasqua.
Antipasti, Primi piatti, Secondi, Lievitati, pani speciali e ancora: uova, carni e contorni. Dolci per tutti i gusti.
Ogni regione onora La Pasqua con ricette tipiche come il contestato Agnello al forno con patate o Abbacchio alla Giudia, la torta Pasqualina, le Lasagne verdi alla Bolognese, la mitica Pastiera, il Casatiello
e sua maestà la Colomba. E ancora: l’Uovo di cioccolato, i cannelloni di magro, carni arrosto con intingoli di ogni genere. Insomma un tripudio di sapori che prosegue anche il giorno seguente, Lunedì dell’Angelo, ma questa è un’altra storia.

Agnello e capretto: tradizione o Business?

 

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L’usanza di mangiare agnello a Pasqua è condivisa da più culture e religioni, coinvolge svariate aree geografiche. Questa tradizione molto antica, giunge sino a noi  attraversando un arco temporale che vede le sue origini nel Libro Sacro della Bibbia.
Ora siamo nel XXI secolo e ancora ogni Santa Pasqua in Italia e nel mondo il rito ancestrale ha la meglio. La tradizione detta le sue leggi al mercato che risponde tingendosi di rosso rubino.

Ma sarà ancora di moda questo colore ?
E qui si accendono gli animi, tradizionalisti Vs animalisti e ambientalisti…
I primi reclamano il diritto alle tradizioni sacre a cui non si può e non si deve rinunciare per nulla al mondo. I secondi gridano allo scempio e alla mattanza rivendicando il diritto sacrosanto alla vita di ogni essere vivente

E come dargli torto?  Ad entrambi, intendo! Effettivamente l’agnello o il capretto al forno con le patate sono tra i piatti più succulenti che io abbia mai mangiato.
Poi, basta pensare a quegli occhietti dolci, ai mielosi belati, al manto candido misto di rosa ed ecco che ti si stringe il cuore e ti domandi:” Come si fa a continuare a mangiarli?”

Questo e ciò che è accaduto a me!  Sono onnivora ma da decenni ormai non mangio più agnello o capretto e nessun tipo di cucciolo neppure i gianchetti!  Io non mangio cuccioli !

Mi rendo conto che può sembrare una contraddizione, talvolta le apparenze ingannano…
Io sono dell’opinione che le proteine animali siano necessarie al nostro organismo, motivo per il quale evito di cibarmi di tutto ciò che non è indispensabile al mio fabbisogno, come i cuccioli ad esempio.
Ho adottato una alimentazione etica.
Nutrirsi in modo etico vuol dire mangiare poca carne e prediligere proteine animali derivate, come latticini e uova.
Vuol dire mangiare  pesce pescato, e di stagione. Scegliere carne proveniente da allevamenti estensivi che garantiscano all’animale, non solo una  eccellente qualità di vita ma anche una dipartita serena e dignitosa. Vuol dire se possibile, scegliere bio e di stagione. La stagionalità  mi garantisce gusto e benessere.
Evitando il gregarismo di massa gastronomico che impone quando e cosa mangiare, si diventa consumatori consapevoli e responsabili

Uno dei fattori che grava sui destini di agnelli e capretti è dato proprio dalla richiesta massiva a cui segue un’offerta che sfocia in una vera e propria mattanza per soddisfare il mercato.
Per rispettare la tradizione in modo etico vi consiglio la versione dolce dell’agnello fatto di pasta di mandorle. Preparazione  tipica di alcune zone del sud Italia come Sicilia e Salento.
Con le patate non ci sta bene, vi assicuro però che a fine pasto è uno spettacolo!
Concludendo, senza voler fare la morale a nessuno, vi invito davvero a una piccola riflessione:
E’ davvero indispensabile mangiare questi  teneri cuccioli ? Secondo me, considerato che il Medioevo è passato da un pezzo, direi anche NO!
La Pasqua è la festa della Rinascita, è un inno alla vita che risorge, è il canto della natura che torna profumata e gentile, celebriamola con grazia!
Buona Pasqua e Buon Gusto a voi tutti!

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